E dire che ho sempre temuto
l'abbacinante luminosità dello zenit...insieme a tutta la scuola che
riconosce questa luce come inespressiva, piatta, cruda e senza spessore,
incapace di suggerire profondità. Ho accettato la sfida, sperando in altre
possibilità e nuovi valori
capaci di stravolgere l'ovvietà del luogo comune... L'immagine finale, avulsa dal suo contesto geografico...e' una riproduzione del modellino in gesso, gioco di inversione scalare che precede la sua distruzione, secondo la rivisitazione storica del metodo Casebere, con la successiva eliminazione del referente, consegnando all'esperienza percettiva la vaga sensazione di uno spazio immaginato, fiabesco, irreale ma tuttavia possibile. |
domenica 14 settembre 2014
Medievalia
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Il pensiero dei fotografi R.Valtorta
L'infinito istante G.Dyer
L'immagine infedele C.Marra
Fotografia e pittura nel Novecento (e oltre) C.Marra
Lezioni di fotografia L.Ghirri
Mario Giacomelli La mia vita intera S.Guerra
Meglio ladro che fotografo A.Gilardi
Storia della fotografia B. Newhall
Una storia della fotografia del XX e del XXI secolo W.Guadagnini
Piccola storia della fotografia W.Benjamin
Cosa devo guardare M.De Bonis O. Youdovich
Lo specchio dell'Io Autoritratto e Psicologia S.Ferrari
Autofocus L'autoritratto
nella fotografia contemporanea S. Bright
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